Perchè una Casa del Cibo

Perché insegnare a cucinare?

Perché la maggior parte di noi nel corso dell'ultimo secolo è diventata un "consumatore" urbano passivo, siamo vittime del marketing senza conoscenze riguardo al cibo vero, da dove viene, come si riconosce, quando cresce e come si può cucinare. Attraverso la ricerca, l'educazione ed i laboratori, vogliamo restituire agli abitanti urbani un approccio al cibo come nodo simbolico nel quale si gioca il nostro rapporto intimo e viscerale con madre natura. Mangiare può ridiventare un momento sensuale di relazione con gli elementi nel quale curare sia la nostra salute che quella del mondo in cui viviamo.

Perché puntare sulla cucina povera, contadina e popolare?

I luoghi c'insegnano cose che i contadini hanno saputo ascoltare. L'attività agricola è sempre stata portatrice di un senso concreto della misura, e del tempo suggerito direttamente dal sistema ecologico alla società umana. Alcuni parlano di "grammatiche" del cibo locale, dalle quali prende origine una varietà potenzialmente infinita di ricette, grammatiche che si suppone siano anche espressione socio-antropologica della comunità. In cucina si fondono natura e cultura e si compiono alchimie.

Perché insegno la cucina domestica?

Cucinando in un contesto rurale familiare o comunitario richiamiamo simbolismi e rituali stagionali attraverso gli ingredienti, i tempi, ed i gesti. Se è un legame d'amore che collega la cuoca od il cuoco ai commensali, la sua cucina sarà diversa. In casa, si finisce a tavola a mangiare tutti insieme: il piatto non è una performance competitiva bensì un piacere condivisio nell'atto del convivio.

Questo articolo pubblicato alcuni anni fa sulla rivista Il lato selvatico esplora le ragioni più complesse e profonde che hanno dato vita al mio progetto.